2K20: Digitalizzazione dei processi

Si parla da tanto tempo di digitalizzazione dei processi nelle costruzioni, ma c’è ancora molto da fare. Ne abbiamo avuto la prova in questo periodo di lockdown. Molti studi di architettura e di ingegneria si sono trovati in difficoltà perché la digitalizzazione dei processi è una materia ancora sottosviluppata. Molti architetti ed ingegneri si vantano di utilizzare protocolli e procedure certificati con sistemi di qualità studiati approfonditamente ma che, nella stragrande maggioranza dei casi, non vengono rispettati nell’utilizzo quotidiano. Ma non voglio puntare la pistola sugli studi di architettura e ingegneria, perché il Governo stesso, con la pubblica amministrazione, sembra non aver capito l’importanza di questa materia.

2K19: Decreto BIM

È del 2019 il decreto BIM, un decreto che prevedeva l’obbligo dal primo gennaio, di utilizzo del BIM per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni di euro. Pochi mesi fa, dal primo gennaio del 2020, la soglia si è abbassata a 50 milioni di euro e nel 2021 dovrebbe diventare 15 milioni di euro.

Peccato che questo Decreto trovi difficoltà di applicazione soprattutto nella Pubblica Amministrazione. Basta fare un giro all’interno del Ministero delle Infrastrutture per capire che ben pochi sanno usare il CAD in maniera professionale, figuriamoci se cominciamo a parlare di BIM, per non parlare del fatto che ad oggi, non è stato ancora portato a compimento il decreto sui nuovi livelli di progettazione. Sembra quasi che al Ministero delle Infrastrutture i dirigenti che lavorano all’interno, architetti e ingegneri, non abbiamo mai avuto la necessità di utilizzare uno strumento informatico.

Modern high end architecture project - Foto stock royalty-free di Modello architettonico

L’utilizzo del BIM nella digitalizzazione dei processi durante questo lockdown sarebbe stata fondamentale per permettere alle aziende pubbliche e private di proseguire senza interruzioni il proprio lavoro. Nel settore delle costruzioni il BIM sarebbe potuto diventare lo strumento di lavoro più idoneo per aiutare gli operatori ad avviare il processo di revisione e di riconfigurazione in senso digitale dell’intera filiera delle costruzioni. A livello istituzionale manca una strategia industriale e una road map che indichi che la digitalizzazione è l’unica strada per ridurre il gap con gli altri settori produttivi.

Rame, Metal, Moderno, Design, Architettura, Metallico

Un sostegno per le imprese alla progettazione smart

Perché allora non destinare all’innovazione parte delle risorse stanziate per uscire dall’emergenza Coronavirus e far diffondere il BIM tra le piccole imprese e nelle Amministrazioni? Bisogna prevedere un sostegno per le imprese alla progettazione smart. Bisogna far sì che le imprese imparino ad utilizzare figure professionali per la gestione ed il coordinamento di tutte le attività legate al BIM e fare in modo di poter formare tali figure tra gli addetti che lavorano al proprio interno utilizzando degli incentivi. Vorrei ricordare che come non si creano Project Manager e Design Manager dal nulla, allo stesso modo, servono figure professionali che abbiano maturato una certa esperienza nel campo delle costruzioni per gestire tali processi di digitalizzazione.  Inoltre, sarebbe utile dare supporto alle imprese che adottano strumenti per la digitalizzazione dei processi nella filiera delle costruzioni, come l’informatizzazione dei cataloghi dei componenti per l’edilizia, della messa in opera e della manutenzione. Tali cataloghi risultano infatti nella maggior parte delle volte incompleti, senza standard nazionali ed internazionali ben definiti diventando un ostacolo nella evoluzione della digitalizzazione dei processi.  Si tratta, in sostanza, di incentivare chi adotta metodi per la progettazione intelligente basati sui modelli 3D, che consentono di progettare, costruire e gestire in modo efficiente gli edifici e le infrastrutture.

Come al solito stiamo perdendo un’occasione.

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