2K20: Materiali naturali per il distanziamento

Siamo un popolo famoso per la propria giovialità e senso di accoglienza, ma in tempi di distanziamento sociale, il nostro spirito amichevole, caloroso ed espansivo, dovremmo un po’ metterlo da parte. Forse ci farebbe bene adottare un po’ di distacco inglese per mantenere le distanze da chi ci sta vicino, ma spesso per noi già solo il fatto di essere in fila, diventa un’occasione per conoscere qualcuno e scambiare due parole. Il distanziamento che in alcuni paesi è consuetudine al fine di non invadere e ledere la libertà altrui per noi italiani è un concetto astratto perché ci piace il contatto umano basta vedere alcuni di noi che, istintivamente, ti toccano mentre ti parlano… non è mancanza di rispetto, ma anzi, l’intenzione di farti vivere l’esperienza come se tu fossi il protagonista.

In questi giorni ho visto le idee più strampalate per attuare il distanziamento sociale, sia al chiuso che all’aperto, e la soluzione più semplice utilizzata nella stragrande maggioranza delle occasioni è stata quella di adottare pannelli in materiali plastici. Peccato che in un paese civile tutto questo non sarebbe necessario perché basterebbe una volta posizionati i tavoli in un ristorante o sistemati i lettini in uno stabilimento balneare, rispettare semplici e normali regole di buona convivenza per evitare di alitare sul collo del nostro vicino.

Tra le tante opzioni che ho visto in questi giorni, questa mi è piaciuta particolarmente, perché utilizza un materiale naturale e dimostra come sia possibile realizzare delle isole “protette” senza bisogno di rovinare il paesaggio, ma anzi rendendo l’ambiente che ci ospita più piacevole ed accogliente.

Il bambù

Il materiale in questione è il bambù ed in questo progetto di uno stabilimento balneare in Puglia, il gruppo LAN dimostra come alcuni materiali naturali e completamente sostenibili, possano essere utilizzati con intelligenza.

L’utilizzo del bambù, in questo caso, è stato preferito sia per motivi estetici, sia per motivi di sostenibilità del materiale. Il bambù è un materiale di facile reperibilità e consente a chi lo utilizza di costruire semplici strutture in auto costruzione. Tra l’altro il progetto di ampiamento di questo stabilimento balneare risale al 2017, quindi in un periodo in cui non esisteva ancora l’emergenza sanitaria, ma nonostante questo gli spazi del lido presentano caratteristiche che vista l’attuale situazione di emergenza, consentirebbero il giusto distanziamento sociale.

Lido bambù Monopoli distanziamento sociale

Lo stabilimento balneare è organizzato per zone, una fascia più vicina al mare, sul bagnasciuga, dove sono collocati gli ombrelloni, poi una fascia dedicata al relax e, più lontana dal mare, la zona divani.

L’area relax, è composta da una serie di pergolati in bambù caratterizzati da un sistema costruttivo estremamente semplice. Ogni pergolato, un cubo di lato tre metri, ha una struttura portante composta da otto culmi di bambù, quattro dei quali posizionati in verticale e fissati, mediante una piastra metallica, al tavolato di legno che fa da base. Gli altri quattro culmi di bambù che formano la struttura sono posti in orizzontale, fissati tra di loro e collegati a quelli verticali tramite una serie di barre filettate.

ll pergolato è completato, nella parte alta, da altri bambù dal diametro minore rispetto a quelli portanti. Questi culmi più piccoli sono fissati sotto ai bambù orizzontali, paralleli tra loro, con lo scopo di formare una schermatura dei raggi solari nelle ore più calde della giornata, riducendo in questo modo il soleggiamento all’interno della struttura. Anche la copertura di ciascun pergolato è stata costruita utilizzando il bambù, in questa fase però sono stati adoperati bambù splittati. Le strisce ricavate sono state posizionate sulla sommità della struttura a formare una sorta di ordito ombreggiante.

Bambu splittato pergolato lido

Inoltre, per l’ombreggiamento laterale, e per garantire la privacy ed il giusto distanziamento tra i fruitori del lido, ai pergolati sono montate delle tende bianche di cotone. La scelta del materiale e del colore fa sì che i teli ombreggino lasciando tuttavia traspirare, in modo che all’interno delle strutture si mantenga un certo comfort termico. I teli inoltre, quando cala la sera, rifrangono le luci artificiali installate nel lido, trasformandosi a loro volta in corpi illuminanti. 

 Le altre zone del Lido

La zona divani si trova nella porzione del lido più lontana rispetto al mare e ospita una serie di coppie di divani, posizionati uno di fronte all’altro, con struttura in legno e cuscini bianchi. Ogni paio di divani è appositamente distanziato dall’altra coppia. La struttura che li avvolge è composta da una serie di strisce ricavate dal bambù splittato, appositamente curvate e tenute insieme attraverso legature a creare una sorta di arco ombreggiante.

Largo circa cinque metri, anche il camminamento che conduce verso il mare è stato allestito tramite dei culmi di bambù. La struttura è composta da una serie di coppie di cubi che si intersecano tra di loro in modo da creare dei doppi portali che si susseguono nel percorso lineare diretto verso la riva. Anche in questo caso, la forma e le dimensioni della struttura si rivelano utili alla luce delle esigenze di distanziamento sociale, infatti la zona in cui i due cubi si intersecano può avere la funzione di separare e creare il giusto distanziamento tra due persone che si dirigono verso il bagnasciuga.

Lido progetto architetture naturali

Materiali di recupero   

Tutti gli arredi presenti al “Lido Bambù” sono stati progettati dal gruppo LAN e costruiti sul posto, utilizzando materiali naturali e di recupero, nell’ottica ecologista della riduzione al minimo dello spreco. In particolare, le lampade che arredano e creano atmosfera all’interno dello stabilimento, sono state costruite recuperando gli scarti del bambù usato per l’allestimento del lido.

Questo è solo un esempio, ma soluzioni simili si possono applicare in tanti altri ambiti, soprattutto all’aperto: nei parchi, negli spazi aperti di bar e ristoranti, nei centri sportivi, etc. Spesso basta poco, una serie di vasi messi a terra oppure dei rampicanti. ci sono poi tanti materiali naturali che possono essere utilizzati. Basta ancora una volta il solito “buon senso”, non mi stancherò mai di dirlo. Non abbiamo bisogno di stare accalcati uno sull’altro e sia mai che anche noi italiani scopriamo che avere un po’ di spazio libero intorno ci fa vivere più liberi e rilassati.

crediti fotografie © LAN_Laboratorio

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